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McDonald's, menù digitali e personalizzati grazie all'intelligenza artificiale

Il colosso americano del fast-food acquisisce la israeliana Dynamic Yield. Il ruolo della AI nella transizione al marketing personalizzato


L'intelligenza artificiale stuzzica il palato. McDonald’s guarda all'intelligenza artificiale per personalizzare sempre più la customer experience. Il colosso americano dei fast food ha annunciato di avere raggiunto un accordo per rilevare l'israeliana Dynamic Yield. I termini finanziari dell'operazione non sono stati comunicati al mercato, ma secondo indiscrezioni riportate dai media si aggirerebbe attorno ai 300 milioni di dollari. «Con questa acquisizione, stiamo ampliando la nostra capacità di aumentare il ruolo della tecnologia e dei dati nel nostro futuro», ha spiegato Steve Easterbrook, Ceo di McDonald’s. Il big del fast food utilizzerà la tecnologia decisionale di Dynamic Yield «per offrire un'esperienza al cliente ancora più personalizzata, variando i menù per il drive thru che cambiano in base all'ora del giorno, al meteo, al traffico del ristorante e alle voci più gettonate del menù».


Il menù fatto su misura per te

La casistica è enorme. Immaginando il cliente indeciso di fronte all'offerta, gli arriva in soccorso l'intelligenza artificiale che suggerisce l'opzione fra le molte in menù. Ovvero il menù può adattarsi alle esigenze della clientela sulla base di una serie di parametri: in una rovente giornata estiva, potrebbe suggerire per esempio gelati o bevande fredde. Riguardo ai flussi orari, in caso fosse mattina potrebbe consigliare una colazione. Ma non solo: in base al tuo ordine, la AI ti indicherà come meglio accompagnare tale piatto o talaltra pietanza che, vista la scelta, potrebbero ugualmente interessarti. E ai tanti che non amano attendere per mangiare, saranno gli algoritmi a consigliare i piatti più rapidi al servizio in modo tale che i clienti non debbano aspettare troppo tempo. Il «robot» potrà anticipare i tuoi gusti e le tue preferenze prima di te grazie all'elaborazione algoritimica dei diversi dati come eventi in corso in una certa zona e ora, le statistiche di vendita per quell'area, orario, numero e tipologia dell'ordine: potrebbe quindi darsi che se un cliente ordina due pasti solitamente graditi ai bambini si trovi con i figli, sia stanco dopo una lunga giornata e gradisca un caffè e magari uno snack per placare i languori dello stomaco.

Tutto digitalizzato

In un'intervista con Wired, il Ceo di McDonald’s, ha parlato della analisi predittiva rispetto alla domanda nella catena del servizio: si entra per mangiare o bere qualcosa, i volumi sono alti – circa 68 milioni di clienti vengono serviti in un giorno nel complesso della catena – i margini bassi, quindi l'ottimizzazione del servizio e la soddisfazione del cliente possono fare la differenza. La digitalizzazione dei menù dentro i ristoranti è già realtà. Molti sono poi clienti che ricevono il pasto senza scendere dall'automobile, dal finestrino (drive-thru). Sono le evoluzioni più recenti introdotte nel modello McDonald’s. L'applicazione dell'intelligenza artificiale procede in questa direzione e facendo da catalizzatore delle trasformazioni (non degli stili o della domanda che ruota intorno alla costante del mangiare e bere) rappresenta lo stadio ulteriore nell'efficienza e nella ricerca della soddisfazione del cliente, lungo un processo di «marketing personalizzato» da estendere nei ristoranti della catena dopo il progetto pilota gestito a Miami con Dynamic Yield.

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